E’ intitolata al giureconsulto Prospero Rendella la Biblioteca civica, che conserva ancora alcuni suoi importanti manoscritti.
Nato a Monopoli il 21 dicembre 1553, Rendella rimase orfano di entrambi i genitori quando era ancora fanciullo. Seguendo le orme del padre Iacopo, importante avvocato, perfezionò la sua formazione a Napoli, dedicandosi con pari passione alle Lettere, alle Scienze Naturali e alla Giurisprudenza. A Napoli esercitò per molti anni l’attività di avvocato conquistando, insieme alla stima dei colleghi e dei magistrati, un’ottima posizione economica, ma abbandonò l’attività in giovane età probabilmente per insofferenza nei confronti dell’ambiente forense, che gli aveva inflitto un’ingiustizia.
Tornò nella città natale, dividendosi tra un’abitazione urbana nei pressi della chiesa Santa Maria Amalfitana ed una villa in campagna, denominata “Tuccio di Serio”, che abitava per la villeggiatura estiva. Negli anni monopolitani si dedicò allo studio e alla vita agreste, producendo numerose opere in prosa e in poesia e mantenendo rapporti epistolari con gli autori più stimati del tempo. Possedeva una biblioteca ampia e varia che rispecchiava la sua estrema versatilità: era un profondo conoscitore della dottrina di San Tommaso d’Aquino e un’amante dell’arte e della campagna, di cui conosceva tutte le bellezze e i segreti. Morì a Monopoli nel 1630. Col suo testamento lasciava una dote a disposizione delle ragazze più bisognose del paese.