Rendella d’Autore | 30 marzo 2019: Paola Dubini presenta “Con la cultura non si mangia. FALSO!”

Sabato 30 marzo alle ore 10.00, Paola Dubini ospite della Biblioteca Rendella, presenta “Con la cultura non si mangia. FALSO!”, edito da Laterza.

Incontro moderato da Augusto Masiello.
Intervengono i Sindaci dei Comuni della Costa dei Trulli (Monopoli, Alberobello, Castellana, Conversano, Fasano).

L’incontro è un’interessante occasione di confronto nella quale riflettere su temi di grande attualità e che riguardano molto da vicino le nostre comunità, quali lo sviluppo e la crescita culturale, le sue ricadute economiche, il forte legame tra cultura e turismo, il valore dell’industria culturale nei nostri territori. Il libro, oltre a definire con un’attenta analisi il quadro del sistema produttivo culturale e creativo in Italia e in Europa, dimostra l’effetto moltiplicatore che l’investimento culturale può generare, che consente di definire la cultura come “portatrice sana di ricchezza”.

 

IL LIBRO

L’espressione, attribuita a Giulio Tremonti, allora ministro dell’Economia, non convince affatto Paola Dubini, che in questo saggio, edito da Laterza nel 2018, vuole rappresentare il valore creato dalla cultura per diverse categorie di interlocutori. Come? Ha sottoposto a una disamina riccamente documentata i destinatari della cultura, il bene pubblico, inteso come “oggetto” tangibile o meno fruibile da tutti o gestita da enti pubblici per lo più popolati da burocrati inefficienti, infine i detentori della cultura, coloro i quali se ne devono occupare, precondizione per mangiarci su. Con la cultura si mangia, vero! A quali condizioni e come?
Al pari di altre risorse, non nutre tutti allo stesso modo e spesso non nutre a sufficienza. Al contempo è pure strumento e volàno di sviluppo sostenibile; è “portatrice sana” di ricchezza materiale e immateriale, ha effetto moltiplicatore pari a 1,8 (per ogni euro prodotto dalla cultura, se ne attivano 1,8 in altri settori), ed è anche strumento di risparmio su altro. Per poter attivare meccanismi virtuosi di crescita diffusa, bisogna essere consapevoli che la cultura opera per processi di trasformazione sistematica, ovvero da esercizio estetico diviene pratica. Le statistiche confermano una stretta correlazione tra investimenti in cultura, scolarità e riduzione degli abbandoni scolastici, la salute, l’abbassamento dei livelli di criminalità, l’aumento della qualità percepita della vita. Quale investimento migliore se non in cultura?

 

 

L’AUTORE

Paola Dubini è professore associato di Economia aziendale presso l’Università Bocconi di Milano dal 2001, dove si occupa di strategia e governance delle istituzioni culturali, imprenditorialità in settori digitali e sostenibilità delle organizzazioni culturali. Dal 2001 inoltre è professore di Economia della Cultura e di Economia delle Imprese editoriali presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Dal 2009 al 2013 è Direttore di ASK (Art, Science e Knowledge), centro di ricerca su temi legati alla cultura e all’economia. Dal 2010 al 2016 è Direttore del corso di Laurea in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione e Docente senior dell’area Strategia – SDA Bocconi. Oltre l’ambito accademico, ricopre funzioni di responsabilità all’interno di altre aree di attività: dal 2015 è membro del Comitato Tecnico scientifico del MIBACT in materia di Economia della Cultura; dal 2017 fa parte del gruppo di lavoro MIBACT sugli indicatori di turismo sostenibile. Dal 2018 e fino al 2022 sarà componente del Management team per Milano città creativa Unesco per la letteratura. Attualmente è membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Autrice e curatrice di numerose pubblicazioni nazionali ed internazionali sul management in ambito culturale, Paola Dubini scrive sulle trasformazioni in atto nel settore editoriale librario: Voltare pagina? (Pearson, 2013), Institutionalising fragility. Entrepeneurship in cultural organizations (Fondazione Feltrinelli, 2016) e Management delle aziende culturali (con F. Montanari e A. Cirrincione, Egea, 2017) e naturalmente Con la cultura non si mangia. FALSO! (Laterza, 2018).

 

L’incontro chiude “Voci femminili”, rassegna promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Monopoli con la Biblioteca Rendella e che ha dato voce a tante donne, scrittrici, studiose, artiste per tutto il mese di marzo.

Rendella d’Autore | 10 marzo: Maria Pia Romano presenta “Donne in apnea”

Domenica 10 marzo alle ore 18.00, Maria Pia Romano ospite della Biblioteca Rendella, presenta “Donne in apnea”, edito da Il Grillo editore.

Dialoga con l’autrice Marina Barletta.

 

IL LIBRO

Siamo tutte così diverse, eppure tutte così uguali nel nostro unico, vero inconfessato bisogno: essere accolte. Speriamo che gli altri capiscano, senza che ci sia bisogno di parlare, invece il più delle volte questo non accade e restiamo mute, con il nostro groviglio di dissapori nella pancia, che ci fa male più di un attacco di colite.

“Donne in apnea” (Il grillo, 2019) è un libro di storie, dedicato alle donne. Sono narrate le storie di 10 donne, dai diciassette ai cinquant’anni, tutte diverse tra loro, donne che si guardano allo specchio e si raccontano, ciascuna a modo loro. Le conosceremo tutte e magari entreremo in empatia con ciascuna di loro. Impareremo a conoscere le loro debolezze, le loro timidezze, i loro limiti e ci rispecchieremo in loro.

 

 

 

 

L’AUTRICE

Maria Pia Romano è nata a Benevento ma vive in Salento, tra Lecce, Otranto, Gallipoli. Giornalista, collabora con testate regionali e nazionali e si occupa di comunicazione pubblica e comunicazione scientifica, uffici stampa e organizzazione di eventi. Ha all’attivo quattro raccolte di poesie, e i romanzi “Onde di Follia” (Besa, 2006), “L’anello inutile” (Besa, 2011), “La cura dell’attesa” (Lupo, 2013), “Dimmi a che serve restare” (Il Grillo, 2015) . Ha ricevuto riconoscimenti in campo nazionale e internazionale per i suoi lavori poetici a partire dai primi anni ’90. “Donne in apnea” (Il Grillo, 2019) è il suo ultimo lavoro.

 

 

 

 

 

L’incontro fa parte di “Voci femminili”, rassegna promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Monopoli con la Biblioteca Rendella e che darà voce a tante donne per tutto il mese di marzo: scrittrici, studiose, artiste, protagoniste di storie che racconteremo dal 3 al 30 marzo in biblioteca.

Rendella d’Autore | 03 marzo: Chicca Maralfa presenta “Festa al trullo”

Domenica 3 marzo alle ore 18.00, Chicca Maralfa ospite della Biblioteca Rendella, presenta “Festa al trullo”, edito da Les Flâneurs Edizioni.

Dialoga con l’autrice Gabriella Genisi.

 

IL LIBRO

 

Chiara Laera, fashion influencer di origini pugliesi, torna nella sua terra per organizzare una festa per il lancio internazionale del nuovo brand di moda dello stilista pugliese Vanni Loperfido. La collezione di ciceri & tria – questo il nome del marchio ispirato al tipico piatto salentino – sarà presentata al C-Trullo, la masseria che Chiara ha recuperato con il tocco magistrale di architetti e designer rinomati. A fare da scenario a questa storia tra folklore appulo salentino e fashion system internazionale, la campagna pugliese, tra trulli e ulivi secolari, i primi “intimiditi” dalla sovraesposizione mediatica che li fa sembrare quasi “fake”, e i secondi dalla più concreta minaccia del batterio Xylella. Ma non tutto fila liscio. C’è chi, in questa terra, non sopporta l’invasione dei portatori di nuovi costumi.

 

 

 

L’AUTORE

 

Chicca Maralfa è nata a Bari, dove vive tuttora. È giornalista e responsabile dell’ufficio stampa di Unioncamere Puglia. Appassionata di musica indipendente e rock d’autore, ha collaborato con la Gazzetta del Mezzogiorno, Ciao 2001 e Music, Antenna Sud e Rete 4. Nel 2018 con L’amore non è un luogo comune ha partecipato all’antologia di racconti L’amore non si interpreta (l’Erudita), contro la violenza psicologica sulle donne.
Festa al trullo, pubblicato nel 2018 da Les Flâneurs Edizioni, è il suo primo romanzo.

 

 

 

 

L’incontro fa parte di “Voci femminili”, rassegna promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Monopoli con la Biblioteca Rendella e che darà voce a tante donne per tutto il mese di marzo: scrittrici, studiose, artiste, protagoniste di storie che racconteremo dal 3 al 30 marzo in biblioteca.

Rendella d’Autore | 28 febbraio: Pino Aprile presenta “L’Italia è finita. E forse è meglio così”

Giovedì 28 febbraio alle ore 11.00, Pino Aprile ospite della Biblioteca Rendella, presenta “L’Italia è finita. E forse è meglio così” (Piemme, 2018).

Dialogano con l’autore il prof. Renato Bianchi e il dirigente Martino Cazzorla.

 

IL LIBRO

Tra una manciata di anni l’Italia, e forse l’Europa, non esisteranno più. Almeno come le conosciamo ora. Si spezzeranno per il fallimento della loro economia. E l’attuale governo giallo-verde potrebbe persino essere l’ultimo di un’Italia unita. Lo dicono autorevoli studi e indagini ben noti agli addetti ai lavori. Né l’una, l’Italia, né l’altra, l’Europa, reggeranno alla spinta disgregatrice: “divide et impera” è una massima che i mercati finanziari conoscono bene. D’altronde, già oggi l’Italia non è più la stessa, così come non lo sono gli italiani: grandi aziende, grattacieli, interi quartieri, fertili terreni, squadre di calcio appartengono ad arabi, cinesi, capitali stranieri. A noi guardano con preoccupazione – o con speranza – le altre nazioni, perché sin dai tempi della conquista romana o della diffusione del cattolicesimo siamo il laboratorio per innovazioni che si sono propagate in tutto il continente, e oltre. A volte anche nefaste. Steve Bannon, ex consulente alla Casa Bianca di Donald Trump e osannato campione dei razzisti e dei neonazisti made in Usa, lo ha detto chiaro e tondo: «Roma è al centro della politica mondiale. L’Italia fa paura». Lui è di quelli che lo sperano. Unita, in realtà, l’Italia non lo è mai stata. Piuttosto, è il risultato di un’operazione scellerata di saccheggio e conquista, che ha distrutto un Sud proiettato nel futuro industriale e attuato un vero e proprio genocidio per “convincere” i riluttanti meridionali. È questa la crepa, mai sanata, che si allargherà fino a inghiottire tutto l’edificio dell’Italia unita? Mentre collanti storici come la Chiesa perdono terreno, ovunque rinascono comunità non statuali che trovano altrove la propria identità. Ma forse, come insegna il Rinascimento, proprio nelle tensioni e nelle divisioni gli italiani danno il meglio. Lo smembramento sarà la nostra salvezza?

 

L’AUTORE

Pino Aprile, giornalista e scrittore, è stato vicedirettore di «Oggi» e direttore di «Gente». Per la Tv ha lavorato con Sergio Zavoli all’inchiesta a puntate Viaggio nel Sud e al settimanale del Tg1, Tv7. È autore di diversi saggi, tra cui Il trionfo dell’apparenza (2007), Elogio dell’imbecille (2010), Elogio dell’errore (2011), tutti pubblicati da Piemme. Terroni, uscito nel 2010 e diventato un vero e proprio caso editoriale, e il successivo Giù al Sud (2012), hanno fatto di Aprile il giornalista «meridionalista» più seguito in Italia. Gli sono valsi molti premi, tra cui il Premio Carlo Levi nel 2010, il Rhegium Julii nello stesso anno, e il Premio Caccuri nel 2012.
Sempre per Piemme ha pubblicato il pamphlet Mai più terroni nel 2012 e Il Sud puzza. Storia di vergogna e d’orgoglio nel 2013; nel 2016 esce Carnefici e nel 2017 collabora alla scrittura del saggio Attenti al Sud. Del 2018 è invece L’Italia è finita. E forse è meglio così, edito sempre da Piemme.

Rendella d’Autore | 21 febbraio: Vanessa Roghi presenta “La lettera sovversiva”

Giovedí 21 febbraio alle ore 18.00, Vanessa Roghi, storica della contemporaneità, docente universitaria e autrice di documentari per Rai Storia, ospite della Biblioteca Rendella, presenta “La lettera sovversiva. Da Don Milani a De Mauro, il potere delle parole “, edito da Laterza.

Dialoga con l’autrice Loredana Ratti e Osvaldo Capraro.

Incontro organizzato in collaborazione con Donne per la Città – Presidio del libro di Monopoli.

 

IL LIBRO

 

E’ tutta colpa tua. Perché tu mi hai parlato della necessità di cercare sempre l’essenziale, di eliminare i dettagli e di semplificare, di vedere le cose come un’unità dove ogni parte dipende dall’altra. A me non bastava fare tutto questo su un pezzo di carta. Non mi bastava cercare questi rapporti tra i colori. Ho voluto cercarli tra la mia vita e le persone del mondo. E ho preso un’altra strada.

Cinquant’anni fa la pubblicazione di un piccolo libro fu la scintilla di una rivoluzione. Questa è la storia di Lettera a una professoressa e della battaglia per la trasformazione della cultura da strumento di oppressione a elemento indispensabile per l’evoluzione democratica e civile del nostro Paese. Una battaglia portata avanti con tenacia e caparbietà da don Lorenzo Milani e dai tanti che incontrò sulla sua strada, primi fra tutti Tullio De Mauro, Mario Lodi e Alex Langer.
La forza del libro di Don Milani, è un atto di autoriforma che la scuola dovrebbe compiere. Pasolini dirà che la forza del libro nasce da un odio profondo nei confronti della tradizione, dell’esclusione, della bocciatura e si trasforma in un atto di amore. É un atto di fede nella scuola che i ragazzi di Barbiana compiono. É il dare la voce al bocciato, al Franti del libro Cuore.

 

L’AUTORE

 

Vanessa Roghi è una storica della contemporaneità, dell’attualità e dell’immaginario. Ha insegnato all’Università Roma Tre, alla Sapienza, studia e ricerca storia della cultura. Collabora con Rai storia. Per Laterza ha pubblicato La lettera sovversiva. Da don Milani a De Mauro, il potere delle parole (2017) e Piccola città. Una storia comune di eroina (2018).

 

Rendella d’Autore | 14 febbraio: Roberto Cotroneo presenta “Niente di personale”

Giovedí 14 febbraio alle ore 18.00Roberto Cotroneo, scrittore, fotografo, giornalista, ospite della Biblioteca Rendella, presenta il grande successo editoriale, edito da La nave di Teseo “Niente di Personale”.

Dialoga con l’autore Enzo Magistà.

 

IL LIBRO

 

Altrove c’è l’altrove. Io non mi occupo dell’altrove. Dunque che questo romanzo abbia inizio. In fondo è solo un trucco, solo un trucco…

 

Con queste parole, pronunciate da Sorrentino nella scena finale de “La grande bellezza”, inizia il romanzo di Cotroneo.
Non è un libro di memorie, è un libro di racconti, di personaggi, di storie, sul motivo per cui il nostro è un paese senza memoria. Come se una frana si sia abbattuta sulla nostra memoria e ci impedisce di raccontare le cose come sono realmente avvenute. Scenario della narrazione è Roma, infatti Roma avrebbe dovuto essere il titolo. Quattro anni di scrittura, uno di correzioni, hanno dato origine a questo avvincente ed appassionante romanzo.

 

 

 

L’AUTORE

Giornalista, scrittore e critico letterario italiano, Roberto Cotroneo nasce il 10 maggio del 1961 ad Alessandria. Studia Filosofia all’Università di Torino e pianoforte al Conservatorio di Alessandria. Nel 1985 inizia a lavorare per il settimanale “L’Espresso”, mentre tre anni dopo avvia una collaborazione con “Il Sole 24 Ore”. Nel 1995 inizia la sua collaborazione con Mondadori, scrivendo il romanzo “Presto con fuoco”con il quale arriva finalista al Premio Campiello nel 1996. Nel 2002 l’autore pubblica “Per un attimo immenso ho dimenticato il mio nome”, romanzo sugli specchi e sugli scacchi, e il saggio “Eco: due o tre cose che so di lui”, incentrato sulla narrativa di Umberto Eco. Dal 2004 è editorialista de”L’Unità” e collaboratore di “Panorama”. Cura il volume delle Opere di Giorgio Bassani per la collana di classici “I Meridiani” di Mondadori (1998) e scrive saggi su Fabrizio De André e Francesco Guccini. Nel 1999 scrive per il Touring Club Italiano “Visioni e suggestioni in Terra d’Otranto”, nel volume dedicato a Lecce e al Salento, mentre nel libro di Einaudi “Parole e canzoni”, di Fabrizio De André, pubblica il saggio introduttivo “Come un’anomalia”; nello stesso periodo pubblica per Rizzoli “L’età perfetta”. Tra gli altri suoi libri ricordiamo: Se una mattina d’estate un bambino. Lettera a mio figlio sull’amore per i libri (1994), Eco: due o tre cose che so di lui (2001), Presto con fuoco (1995), Otranto (1997), L’età perfetta (1999), Per un attimo immenso ho dimenticato il mio nome (2002), Il vento dell’odio (2008), Manuale di scrittura creativa (2011), Il sogno di scrivere. Perché lo abbiamo tutti. Perché è giusto realizzarlo (2014), Lo sguardo rovesciato. Come la fotografia sta cambiando le nostre vite (2015), Genius loci. Nel teatro dell’arte (2017), L’invenzione di Caravaggio (2018), Niente di personale (2018).