11 giugno 2019: Elsa Morante, L’isola di Arturo

Il quarto libro scelto dal gruppo di lettura della Rendella è “L’isola di Arturo di Elsa Morante.

L’AUTORE
Elsa Morante nasce a Roma nel 1912. Inizia molto giovane a scrivere favole, filastrocche e racconti per ragazzi pubblicati su diversi giornali, fra i quali il «Corriere dei Piccoli» e «Oggi». Una serie di questi racconti giovanili confluisce nel suo primo libro, Il gioco segreto, uscito nel 1941 e seguito l’anno dopo da Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina. Nel 1936 conosce Alberto Moravia, che sposerà nel 1941. L’opera che l’ha imposta all’attenzione della critica è Menzogna e sortilegio (1948, premio Viareggio), la cui vicenda precisa la vocazione favolosa e magica della Morante nei suoi termini di angosciosa separazione dalla realtà. Il tema della solitudine, nutrita di miti ambigui e funesti, torna nel romanzo L’isola di Arturo (1957), storia della difficile maturazione di un ragazzo che vive nel paesaggio immobile dell’isola di Procida, all’ombra del grande penitenziario. Nel 1961 si separa da Moravia. Dopo la raccolta di versi Alibi (1958) e i racconti dello Scialle andaluso (1963), il libro che ha segnato una svolta nella poetica della scrittrice è Il mondo salvato dai ragazzini (1968), articolato in testi dalla forma prevalentemente poematica (con strutture strofiche che ricordano gli esperimenti della neoavanguardia), in cui si accostano inoltre il dramma alla satira, ma con un unico elemento unificante: una sorta di tensione vitalistica che libera i fantasmi della sofferenza e la fiducia accordata ai «ragazzetti celesti», ingenui portatori dell’unica possibile felicità. La visione utopica è anche alla base del romanzo, intitolato La storia (1974), un vasto affresco in cui si racconta l’odissea bellica dell’Italia e del mondo (1941-47) riflessa nell’umile microcosmo d’una famiglia romana. Nel romanzo, intitolato Aracœli (1982), l’autrice disegna il ritratto dolente di un personaggio «diverso», disperatamente proteso a ricostruire l’amata figura materna, perduta e irraggiungibile. Dopo un lungo periodo di malattia muore a Roma nel 1985. Postumi sono usciti, da Einaudi come quasi tutti i suoi libri, il Diario 1938 e i Racconti dimenticati. Nel 2012 è uscito, sempre per Einaudi, L’amata. Lettere di e a Elsa Morante (Fuori Collana), curato dal nipote Daniele Morante; nel 2013 La serata a Colono (Collezione di teatro), suo unico testo teatrale, e Aneddoti infantili (L’Arcipelago). Nel 1970 Carmelo Bene, che lo considerava «il capolavoro della Morante, vertice della poesia italiana del Novecento», progettò di farne una versione cinematografica con Eduardo De Filippo, ma il progetto non andò in porto. Non è stato rappresentato per più di quarant’anni, fino alla messa in scena del 2013 con la regia di Mario Martone, Carlo Cecchi nella parte di Edipo e Antonia Truppo in quella di Antigone.
L’opera complessiva dell’autrice è raccolta in due volumi nei Meridiani Mondadori, a cura di Cesare Garboli.

IL LIBRO
Nel romanzo intitolato L’Isola di Arturo il protagonista racconta, in prima persona e in forma di ricordo, la propria fanciullezza, libera e felice nell’isola di Procida. Orfano di madre isolana, il ragazzo vive nella casa che il padre, Wilhelm Gerace, d’origine italo-austriaca, ha ereditato da Romeo L’Amalfitano, nemico delle donne e la cui misoginia sembrerebbe aver stregato la stessa dimora. Arturo trascorre il tempo, tra giochi e vagabondaggi, in compagnia della cagna Immacolatella e del padre, che ai suoi occhi adoranti di fanciullo pare un eroe affascinante e ambiguo per la bellezza e le continue, misteriose assenze. L’autrice esplora attentamente la fanciullezza, condizione pre-cosciente di grazia e nel romanzo diviene tema principale. Con tale centralità, si vuole raccontare l’assolutezza, l’unicità irripetibile dell’infanzia, simbolicamente affidata e riflessa nell’isola. L’isola ha valore di metafora, in cui il protagonista attraverserà le prove necessarie a prepararsi alla sua trasformazione e dall’isola potrà finalmente uscire solo dopo aver traversato il mare materno: passaggio dalla preistoria infantile verso la storia e la coscienza della maturità attraverso le coordinate di un destino segnato da ascendenze celesti e araldiche (Re e stella del cielo).

 

Titolo: L’isola di Arturo

Autore: Elsa Morante

Editore: Einaudi

Anno: 1957

Lingua: Italiano

Isbn:

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8 maggio 2019: Irène Nèmirovsky, Il vino della solitudine

Il terzo libro scelto dal gruppo di lettura della Rendella è “Il vino della solitudine di Irène Nèmirovsky.

L’AUTORE
Irène Nèmirovsky, nota anche come la scrittrice che visse due volte, è stata riscoperta solo negli ultimi anni, grazie al suo romanzo incompiuto Suite Francese. Nata a Kiev, in Ucraina, da una famiglia ebrea benestante (il padre era banchiere), la scrittrice ha vissuto in Russia fino alla rivoluzione d’autunno. Poiché i Némirovsky erano vicini allo Zar, si dovettero trasferire in Scandinavia e infine in Francia, dove la famiglia era già solita trascorrere le vacanze. Irène crebbe con una bambinaia francese fin dalla tenera età, tanto che imparò prima il francese del russo. Il Ballo, una delle sue novelle più famose, prende spunto dal rapporto dal difficile con la madre Fanny. Anche al padre Irène non risparmia le critiche, tanto che il suo David Golder, emblema dell’ebreo arrivista e assetato di denaro, sembra proprio ispirato alla figura paterna. Nonostante l’infanzia solitaria (o proprio grazie ad essa), Irène si dedica alla lettura e alla scrittura fin da giovanissima e nel 1927, a soli 24 anni, pubblica la sua prima opera, L’Enfant Genial. Intanto studia lettere alla Sorbona e conosce sette lingue tra cui il russo, il francese, l’inglese e l’yiddish. Nel 1926 sposa l’ingegnere russo Michel Epstein con cui ha due figlie e nel 1929 diventa celebre con il suo David Golder, per via del quale la scrittrice è accusata di antisemitismo, dovuto, secondo i suoi detrattori, all’aspra ironia con cui dipinge il protagonista eponimo del romanzo. Sia quest’opera che Il Ballo vengono adattate per il cinema. Intanto Irène Némirovsky scrive anche numerosi racconti per alcune riviste. Nonostante la fama e il successo, nel 1935 il governo francese rifiuta la sua richiesta di cittadinanza. Con l’inasprirsi delle leggi razziali, nel 1939 si fa battezzare cattolica a Parigi, ma nel 1940 le viene proibito di pubblicare, anche se l’editore Horace de Carbuccia viola la legge continuando a occuparsi delle sue opere. Si trasferisce in campagna con la famiglia e lavora a Suite Francese. Scompare il 17 agosto del 1942 nel campo di concentramento di Auschwitz dopo un solo mese dalla deportazione. Invano il marito e i suoi editori si mobilitano per ritrovarla. Malata di tifo, viene uccisa ad Auschwitz. Le figlie, tuttavia, raccolgono i lavori della madre e permettono la pubblicazione di Suite Francese. Inoltre, basandosi sui diari e i carteggi della donna, ne scrivono la biografia, Mirador.

IL LIBRO
Il vino della solitudine (1935) è “di Irene Nemirovsky per Irene Nemirovsky”: così lo definisce l’Autrice stessa, a voler sottolineare l’aspetto profondamente terapeutico della scrittura del libro. Romanzo di formazione e indagine profonda sui dolori dell’infanzia di Helene, il suo doppio, il suo sosia letterario, di cui seguiremo le gesta dagli otto ai ventun anni, passando dalla vita sonnolenta della provincia russa ai fasti di San Pietroburgo, approdando temporaneamente in Finlandia, e infine a Parigi per sfuggire alla rivoluzione bolscevica. Nella sua nomadica esistenza compaiono la figura materna, paterna, la sua balia: le figure femminili in netta antitesi tra di loro, la madre, Bella Karol, annoiata, arida, capricciosa, viziata, “ossessionata” dai suoi amanti, e la nania, Madamoiselle Rose, di origini francesi e oltremodo dedita alla sua Helene; il padre, odiato dalla sua mamma, colpevole di far finta di nulla, ha la passione per il gioco d’azzardo, e il suo vocabolario si restringe e si limita alle parole “azioni”, vendere, comprare, milioni. Helene vive in un deserto affettivo e linguistico, cresce nel suo mondo immaginario fatto di soldatini, di lettura e scrittura. Il conflitto tra madre e figlia è insanabile e la perdita, che scaturisce da quell’odio, la mancanza primigenia è insanabile: la distruzione dell’amore materno è la distruzione stessa della felicità aurorale. Nel romanzo la vicenda autobiografica è tutta in primo piano e sullo sfondo la Storia con la S maiuscola: i fatti storici, rivoluzionari, devono essere sfiorati, mentre quella che viene approfondita è la vita quotidiana, affettiva, e soprattutto la commedia che è lo specchio della realtà di tutti i giorni.

 

Titolo: Il vino della solitudine

Autore: Irène Nèmirovsky

Editore: Elios

Anno: 1947

Lingua: Italiano

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20 marzo 2019: Paola Dubini, Con la cultura non si mangia! Falso!

Il secondo libro scelto dal gruppo di lettura della Rendella è “Con la cultura non si mangia! Falso! di Paola Dubini.

L’AUTORE
Paola Dubini è professore associato di Economia aziendale presso l’Università Bocconi di Milano dal 2001, dove si occupa di strategia e governance delle istituzioni culturali, imprenditorialità in settori digitali e sostenibilità delle organizzazioni culturali. Dal 2001 inoltre è professore di Economia della Cultura e di Economia delle Imprese editoriali presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Dal 2009 al 2013 è Direttore di ASK (Art, Science e Knowledge), centro di ricerca su temi legati alla cultura e all’economia. Dal 2010 al 2016 è Direttore del corso di Laurea in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione e Docente senior dell’area Strategia – SDA Bocconi. Oltre l’ambito accademico, ricopre funzioni di responsabilità all’interno di altre aree di attività: dal 2015 è membro del Comitato Tecnico scientifico del MIBACT in materia di Economia della Cultura; dal 2017 fa parte del gruppo di lavoro MIBACT sugli indicatori di turismo sostenibile. Dal 2018 e fino al 2022 sarà componente del Management team per Milano città creativa Unesco per la letteratura. Attualmente è membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Autrice e curatrice di numerose pubblicazioni nazionali ed internazionali sul management in ambito culturale, Paola Dubini scrive sulle trasformazioni in atto nel settore editoriale librario: Voltare pagina? (Pearson, 2013), Institutionalising fragility. Entrepeneurship in cultural organizations (Fondazione Feltrinelli, 2016) e Management delle aziende culturali (con F. Montanari e A. Cirrincione, Egea, 2017) e naturalmente Con la cultura non si mangia. FALSO! (Laterza, 2018).

IL LIBRO
L’espressione, attribuita a Giulio Tremonti, allora ministro dell’Economia, non convince affatto Paola Dubini, che in questo saggio, edito da Laterza nel 2018, vuole rappresentare il valore creato dalla cultura per diverse categorie di interlocutori. Come? Ha sottoposto a una disamina riccamente documentata i destinatari della cultura, il bene pubblico, inteso come “oggetto” tangibile o meno fruibile da tutti o gestita da enti pubblici per lo più popolati da burocrati inefficienti, infine i detentori della cultura, coloro i quali se ne devono occupare, precondizione per mangiarci su. Con la cultura si mangia, vero! A quali condizioni e come? Al pari di altre risorse, non nutre tutti allo stesso modo e spesso non nutre a sufficienza. Al contempo è pure strumento e volàno di sviluppo sostenibile; è “portatrice sana” di ricchezza materiale e immateriale, ha effetto moltiplicatore pari a 1,8 (per ogni euro prodotto dalla cultura, se ne attivano 1,8 in altri settori), ed è anche strumento di risparmio su altro. Per poter attivare meccanismi virtuosi di crescita diffusa, bisogna essere consapevoli che la cultura opera per processi di trasformazione sistematica, ovvero da esercizio estetico diviene pratica. Le statistiche confermano una stretta correlazione tra investimenti in cultura, scolarità e riduzione degli abbandoni scolastici, la salute, l’abbassamento dei livelli di criminalità, l’aumento della qualità percepita della vita. Quale investimento migliore se non in cultura?

 

Titolo: Con la cultura non si mangia! Falso!

Autore: Paola Dubini

Editore: Laterza

Anno: 2018

Lingua: Italiano

Isbn: 9788858133385

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13 febbraio 2019: Don Antonio Milani, Lettera ad una professoressa

Il primo libro scelto dal gruppo di lettura della Rendella è “Lettera a una professoressa” di don Lorenzo Milani.

L’AUTORE
Don Lorenzo Milani è stato un presbitero, insegnante, scrittore ed educatore italiano. Figura controversa della Chiesa cattolica negli anni Cinquanta e Sessanta, è considerato un punto di riferimento per il cattolicesimo socialmente attivo, per il suo impegno civile nell’istruzione dei poveri, la sua difesa dell’obiezione di coscienza e per il valore pedagogico della sua esperienza di maestro. Dal 1954 a Barbiana, un piccolo borgo di montagna dell’Appennino toscano egli portò avanti con rigore evangelico il suo impegno pastorale, indirizzato alla missione educativa a favore degli “ultimi” in una società italiana, caratterizzata negli anni ‘50 da un immobilismo politico e socioculturale. Raggruppò i giovani della parrocchia e offrì loro una scuola gratuita, che avrebbe garantito l’avviamento al mondo professionale aperta 7 giorni su 7, senza sosta. Il pensiero di Don Milani si basava su un’interpretazione profondamente rigorosa della dottrina cattolica, che poneva la fede cristiana e la coscienza individuale ad un livello superiore rispetto all’obbedienza alle leggi dello Stato. Conoscere i ragazzi dei poveri e amare la politica è tutt’uno.

IL LIBRO
Cinquant’anni fa la pubblicazione di un piccolo libro fu la scintilla di una rivoluzione. Questa è la storia di Lettera a una professoressa e della battaglia per la trasformazione della cultura da strumento di oppressione a elemento indispensabile per l’evoluzione democratica e civile del nostro Paese. Una battaglia portata avanti con tenacia e caparbietà da don Lorenzo Milani e dai tanti che incontrò sulla sua strada, primi fra tutti Tullio De Mauro, Mario Lodi e Alex Langer. È il maggio 1967 quando esce, per una piccola casa editrice fiorentina il libro scritto don Lorenzo Milani e dagli alunni della scuola di Barbiana, una canonica del Mugello a pochi chilometri da Firenze. Il libro viene subito accolto dai linguisti come un manuale di pedagogia democratica, dai professori come un prontuario per una scuola alternativa, dagli studenti come il libretto rosso per la rivoluzione. Manifesto che ha reso celebre in tutto il mondo don Milani e la scuola di Barbiana, frutto di una scrittura collettiva sostenuta da un imponente lavoro preparatorio e di cesello linguistico, questo libro-icona rivendica il diritto allo studio di fronte a una realtà scolastica che riproduceva ferocemente le diseguaglianze sociali. E ancora oggi rivolge alla classe docente il suo appassionato appello morale e civile, il rivoluzionario messaggio di un sacerdote convinto che un maestro amante del vero e del giusto può cambiare il mondo.

 

Titolo: Lettera a una professoressa

Autore:Lorenzo Milani

Editore: Libreria editrice fiorentina

Anno: 1969

Lingua: Italiano

Isbn:

 

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Dal 25 febbraio apertura al pubblico del Music Lab della Biblioteca Rendella

L’Assessore alla Cultura Rosanna Perricci e la Biblioteca Rendella comunicano che a partire dal 25 febbraio 2020 il Music Lab della Rendella aprirà all’utenza e alla comunità.

Inaugurato lo scorso 11 novembre in occasione della seconda edizione del Prospero Fest, il laboratorio diventerà una vera e propria casa della musica: due sale dedicate che affacciano sul cortile di Palazzo Rendella al piano terra, dotate di strumenti, impianti di amplificazione, postazioni DJ, pc dotati di hardware e software per l’acquisizione ed elaborazione professionale del suono, che consentiranno all’utenza sia professionista sia amatoriale di cimentarsi nella propria passione.

Gli utenti potranno infatti utilizzare qui i propri strumenti musicali per esercitarsi o suonare con la propria band, oppure utilizzare gli strumenti messi a disposizione dalla biblioteca per approfondire la loro conoscenza del mondo della musica. Sono naturalmente previsti anche numerosi eventi.

Il Music Lab sarà aperto:

Martedì – Mercoledì – Sabato ore 16.00-19.00
Venerdì ore 10.00-13.00

Il servizio è gratuito. Per usufruirne sarà sufficiente prenotarsi, previa iscrizione alla Biblioteca.

Per informazioni: info@larendella.it

Dal 18 febbraio attivo il nuovo servizio MLOL

Da martedì 18 febbraio la Biblioteca civica “Prospero Rendella” si dota di un nuovo servizio digitale.

MLOL (acronimo di MediaLibraryOnLine) è la prima rete italiana di biblioteche pubbliche per il prestito digitale. É un servizio assolutamente gratuito, unica condizione per l’utilizzo è essere iscritti ad una biblioteca aderente.

La Rendella entra a far parte delle rete di biblioteche aderenti e, attraverso il portale MLOL potrete consultare gratuitamente la collezione digitale della biblioteca, ma anche quella delle altre biblioteche afferenti.

Vi aspettiamo in biblioteca per l’iscrizione!!!

Per ulteriori informazioni: 080.4140709 | info@larendella.it

 

Autori in Biblioteca: “Del fare spietato” di Pasquale Vitagliano il 28 febbraio in Rendella

Appuntamento con la poesia venerdì 28 febbraio alle ore 18.00 in biblioteca, con l’associazione Donne per la città – Presìdio del libro di Monopoli che presenta “Del fare spietato” di Pasquale Vitagliano. Dialoga con l’autore Maria Grazia Palazzo.

L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Monopoli, è promossa dalla Regione Puglia – Assessorato all’Industria Turistica e Culturale, in collaborazione con l’Associazione Presìdi del libro.

 

L’AUTORE
Pasquale Vitagliano, poeta e scrittore, collabora, tra gli altri, con il lit-blog “La poesia e lo spirito”. È autore di cinque raccolte poetiche. È tra i poeti antologizzati nello studio A Sud del Sud dei Santi. Sinopsie, Immagini e Forme della Puglia Poetica, a cura di Michelangelo Zizzi (Lietocolle 2013). Nel 2015 è tra i premiati nella sezione cultura e costume del Premio “Michele Campione” dell’Ordine dei Giornalisti della Puglia. È presente nell’Atlante dei poeti curato dall’Università di Bologna.

Learning Community. Laboratorio di comunità: il 27 e 29 febbraio in Rendella

Learning Community per la scuola secondaria superiore di secondo grado è un percorso formativo per il rafforzamento delle competenze di reading literacy diretto a insegnanti, bibliotecari e operatori culturali, finanziato dal Cepell e ideato dai Presìdi del Libro.

Ricchissimo di contenuti educativi, si è sviluppato in tutto il territorio pugliese, con lezioni frontali, seminari e laboratori.

Il percorso formativo approda a Monopoli, in Biblioteca Rendella, con un doppio appuntamento, giovedì 27 e sabato 29 febbraio alle ore 17.00, proponendo il laboratorio di comunità “Costruire insieme un progetto. Lettura per il territorio”.

 

PROGRAMMA

Giovedì 27 febbraio

  • Analisi dei fabbisogni e delle risorse
  • Dagli obiettivi al progetto

Sabato 29 febbraio

  • Dagli obiettivi al progetto
  • La rete per la costruzione di un osservatorio territoriale permanente sulla lettura

Conoscenza dei partecipanti e delle relative provenienze ed esperienze (scuola, associazionismo, biblioteche, librerie, teatro,, imprese culturali e creative, etc.) in relazione all’oggetto del laboratorio: comunità e promozione della lettura.

Rassegna ed analisi di alcuni strumenti fondamentali e attuali:

  • La ricorrenza della parola “comunità” nelle politiche e strategie regionali e nazionali
    di sviluppo culturale e sociale
  • Comunità vs. Rete
  • Il Cepell – Città che Legge e altri obiettivi
  • Smart-In – Community Library
  • Progetti nazionali di promozione della lettura: Nati per Leggere – L’esperienza di In Vitro
  • La Legge per la promozione e il sostegno alla lettura, appena approvata in Senato
  • Disegnare il futuro delle biblioteche pubbliche in Italia, documento programmatiche
  • Commissione Nazionale Biblioteche pubbliche AIB

Indagine su fabbisogni evidenti e latenti della comunità ed individuazione delle risorse

Individuazione di finalità ed obiettivi per la progettazione e realizzazione di un progetto lettura per il territorio

Laboratorio di progettazione: Prove generali per la costruzione di un Osservatorio territoriale permanente sulla promozione della lettura

I rischi naturali: cosa sono e come ci si protegge. In Rendella il 22 febbraio con “Di Terra di Mare di Cielo” lo scopriamo con l’arte e con i libri

La Terra è un pianeta vivo, fragile, vittima dei comportamenti sbagliati, illogici e distruttivi dell’uomo. La Terra si difende. Gli uomini potrebbero salvarsi se solo volessero.
Di “rischi naturali” si parlerà in biblioteca sabato 22 febbraio a partire dalle ore 18.30. Un pomeriggio realizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale, nell’ambito del progetto “Di Terra di Mare di Cielo. Parole e immagini per riflettere sul futuro del nostro pianeta”.
Prima della biblioteca di Monopoli, il progetto itinerante ha già toccato le biblioteche di Trani e Martina Franca. Sino alla fine di marzo sarà a Galatina, Manfredonia, e S. Vito dei Normanni.

Libri e arte per raccontare l’ambiente in ogni suo aspetto, con l’aiuto di esperti, divulgatori e artisti. “Di Terra di Mare di Cielo” nasce da un’idea della storica dell’arte Lia De Venere, è realizzato dall’Associazione Culturale ETRA E.T.S. ed è promosso dalla “Teca del Mediterraneo”, la Biblioteca multimediale del Consiglio Regionale della Puglia.

Ad aprire il pomeriggio sarà il sindaco Angelo Annese, accompagnato dall’assessore alla cultura Rosanna Perricci. Subito dopo, l’intervento del consigliere regionale Fabiano Amati che a nome del Consiglio Regionale consegnerà alla biblioteca 30 volumi sul tema del progetto.

 

A seguire, la storica dell’arte Lia De Venere, presenterà “Echi”, l’installazione dell’artista Raffaele Fiorella.
Echi potrebbe sembrare a prima vista un carillon, ma non emette leziose e rassicuranti melodie. Al contrario – quando ci si avvicina – riproduce rumori piuttosto inquietanti, quelli di venti, temporali, incendi, terremoti e altre catastrofi naturali; il loro volume aumenta progressivamente. Un invito – quello di Fiorella – a imparare a conoscere le dinamiche della natura, a gestire e – dove possibile – a evitare le conseguenze di pericolosi eventi.

 

Raffaele Fiorella, vive e lavora a Barletta. In bilico tra poesia e vita ordinaria, il suo lavoro, contrassegnato dal ricorso a diversi linguaggi, dal video all’installazione alla scultura, è un sofisticato gioco di contraddizioni, che coglie attimi, frammenti di vita vissuta e non, racconta la gente, le strade e la vita quotidiana nella sua complessità, ricreando luoghi della memoria e dell’illusione che potrebbero tradursi quasi in land-escapes (fughe dai luoghi reali), per rifugiarsi in un mondo altro. Ha al suo attivo numerose partecipazioni a mostre collettive in Italia e all’estero e diverse mostre personali. L’istallazione di Raffaele Fiorella sarà esposta in Rendella fino al 7 marzo.

 

Parlerà di rischi naturali dal punto di vista scientifico, invece, Silvia Peppoloni, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, autrice, per Il Mulino, del libro “Convivere con i rischi naturali. Conoscerli per difendersi”. Silvia Peppoloni si occupa di pericolosità̀ sismica, geotecnica e geomorfologica, con specifico riferimento a centri storici e beni culturali. È Segretario Generale della International Association for Promoting Geoethics, responsabile della Sezione di Geoetica e Cultura Geologica della Società Geologica Italiana e membro della Commissione di Geoetica della Federazione italiana di Scienze della Terra.
Terremoti, eruzioni, frane, inondazioni. Il libro della Peppoloni spiega quali sono le cause dei fenomeni naturali, in che misura essi sono prevedibili, e soprattutto quali possibilità abbiamo di difenderci; l’obiettivo è quello di contribuire a trasformare la cultura del soccorso e dell’emergenza in cultura della prevenzione e della mitigazione del rischio.

Dialogherà con l’autrice, Federica Cotecchia, docente di Ingegneria geotecnica al Politecnico di Bari.

“Le Stagioni di Prospero”: il secondo appuntamento con Concita De Gregorio il 20 febbraio

Secondo attesissimo appuntamento con la rassegna letteraria “Le Stagioni di Prospero” curata dallo scrittore Nicola Lagioia, direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino.

GIOVEDI’ 20 FEBBRAIO | ORE 18.30
Concita De Gregorio
“Il gioco del mondo: l’esercito invisibile di chi ha oggi 30 anni”

La rassegna letteraria è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Monopoli e dalla Biblioteca Civica “Prospero Rendella”, in collaborazione con il Consorzio Teatri di Bari.

 

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