Rendella d’Autore | 28 aprile 2022: Lorenzo Dibello presenta “Gramma”
Il 28 aprile alle ore 17.30 nella Sala Prospero della Biblioteca Rendella la presentazione del libro dal titolo Gramma di Lorenzo Dibello.
Introduce l’Assessore alla Cultura Rosanna Perricci
Esegesi del testo a cura di Ferruccio Ferretti.
Presenta e dialoga con l’autore Francesco Pepe.
Letture liriche a cura di Paolo Morga.
Intermezzi brani musicali a cura di Flavio Manganaro e Bruna Manganaro.
Autore delle fotografie Giuseppe Di Palma.
IL LIBRO
L’opera Gramma segue la prima silloge Oltre del 1991 e raccoglie le riflessioni in versi di alcuni decenni dell’autore. L’obiettivo è di comunicare i vari percorsi della storia personale e i conflitti dell’esistenza pubblica e privata nella speranza della condivisione di intenti, pur ammonendo per la colpevole e smisurata condotta dei potenti, per la mancanza di coraggio dei deboli e per la comune assurda mancanza di presa di coscienza della finitezza dell’umano.
Le liriche stimolano una edificante forza introspettiva per una meditazione collettiva, per fare i conti con i “passati” sempre presenti, e con la Storia e con le storie.
Il tentativo è di rilevare la realtà pensando con presunzione di utilizzare le parole come se fossero i vari composti del Gramma. Parole lievi o dure persino drammatiche, che ci mettono “a tu per tu” con il tempo andato con la realtà di speranze spesso deluse. Graffi di poesia che scalfiscono il solco delle stagioni sociali, politiche e sentimentali e riescono a tracciare i segni simbolici di un tempo (memoria), ma con un sotteso spazio per il sogno e di speranza per il futuro.
Il codice poetico diviene impulso etico grazie ad una parola intrisa di quel senso di laica religiosità che culturalmente appartiene a tutti e dove nonostante i dolori di ieri e di oggi è pronta a fare capolino la luce di attese sempre nuove poiché l’unica certezza della vita è l’inesorabile cambiamento.
L’AUTORE
Lorenzo Dibello è nato a Monopoli, dove vive e lavora come avvocato civico. Nei suoi 62 anni ha coltivato le sue passioni che gli hanno consentito di mantenersi vivo tra varie attività: impegno politico, fruizione della “letteratura” cinematografica e del teatro, pratica di vari sport e la scrittura di poesie. La sua precedente silloge Oltre è del 1991.
L’incontro si svolgerà in presenza nella Sala Prospero della Biblioteca Rendella nel rispetto delle norme di sicurezza anti Covid-19. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, accesso con Green Pass rafforzato e mascherina FFP2 obbligatori.
Per informazioni: 080-4140709 | info@larendella.it




Dopo aver visto le sciagure del mondo protetto dall’acciaio delle navi da guerra, l’Ufficiale della Marina Militare Gaetano Appeso decide di mettere uno zaino sulle spalle e attraversare da solo il Sud-est asiatico, annotando l’intera esperienza su un taccuino. Dopo pochi giorni di viaggio smette di scrivere le proprie impressioni e lascia che siano gli abitanti del luogo a farlo, raccogliendo le loro storie, convinto che la realtà di un territorio possa essere raccontata attraverso la voce della gente che lo abita e attraverso le loro esperienze di vita. In questo modo attraversa il Vietnam, la Cambogia, il Laos, la Thailandia, la Malaysia e l’Indonesia ascoltando avidamente decine di persone incontrate sul cammino, dalle grandi città alle tribù indigene che vivono nell’entroterra.
Gaetano Appeso, classe 1978, è laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Ufficiale della Marina Militare Italiana, ha partecipato a diverse missioni di pace in Africa e Asia. Dal 2013 è addetto alla pubblica informazione per la Forza Armata e dal 2015 collabora con l’Università degli Studi di Pavia. Scrive per la Rivista Marittima, il Notiziario della Marina e il sito web Marina Militare. Ha scritto E-mail dall’Amazzonia (2014), Tiancháo, taccuino di un viaggio in Oriente (2015) e Mesoamerica, sulle tracce del Serpente Piumato (2017).

Quante volte ci forziamo a reprimere un’emozione? Lo facciamo perché ci vergogniamo dello sguardo degli altri. O perché siamo abituati a diffidare delle emozioni, analfabeti del discorso emotivo. Eppure, è proprio quello che sentiamo a permetterci di conoscere il mondo. Ognuna delle emozioni che proviamo ha una storia: la storia di tutte le persone che l’hanno provata, detta, cantata, rivelata, studiata. Una storia di vita segreta e di metamorfosi, legata alla filosofia, che ne ha costruito paradigmi di osservazione e di studio; ma anche alla letteratura e alla poesia. Questo libro è un viaggio emotivo per tappe: ricostruendo le vicende delle parole con cui diciamo i nostri stati d’animo, traccia, un pezzetto alla volta, un autoritratto – frammentario, imperfetto. Perché nel nostro essere vulnerabili ci somigliamo tutti; e riconoscerci emotivi significa prendere coscienza del fatto che abbiamo dei bisogni e che proprio questi bisogni ci rendono umani.
Ilaria Gaspari ha studiato filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa e si è addottorata all’università Paris I Panthéon-Sorbonne con una tesi sullo studio delle passioni nel Seicento. Nel 2015 per Voland è uscito il suo primo romanzo, Etica dell’acquario. Nel 2018, per Sonzogno, Ragioni e sentimenti. L’amore preso con filosofia. Per Einaudi ha pubblicato Lezioni di felicità. Esercizi filosofici per il buon uso della vita (Einaudi, 2019), già tradotto in diverse lingue, e Vita segreta delle emozioni (Einaudi, 2021). Collabora con vari giornali e insegna scrittura. Vive tra Roma e Parigi.

«E allora le foibe?» è diventato il refrain tipico di chi sostiene il risorgente nazionalismo italico e vuole zittire l’avversario. Mi di cosa parliamo quando parliamo di foibe? Cosa è successo realmente?
Eric Gobetti è uno studioso di fascismo, Seconda guerra mondiale, Resistenza e storia della Jugoslavia nel Novecento. Autore di due documentari (Partizani e Sarajevo Rewind), esperto in divulgazione storica e politiche della memoria, ha collaborato più volte con il canale televisivo Rai Storia. Tra i suoi libri: Alleati del nemico. L’occupazione italiana in Jugoslavia (1941-1943) (Laterza, 2013); La Resistenza dimenticata. Partigiani italiani in Montenegro (1943-1945) (Salerno, 2018); E allora le foibe? (Laterza, 2021).
C’è qualcosa che unisce le vicende umane di un avvocato di provincia a vecchi contadini, anonimi personaggi e paesini sperduti, tra riti antichi, magie e vecchie credenze popolari? Il soffio della memoria, alimentato dal mitico maestrale, riannoda i fili di periferie dimenticate, uomini smarriti, solitudini e passioni, e sullo sfondo di ogni racconto si intravede l’affresco di un mondo quasi obliato, dove il ritmo della vita si adegua alle vicende dei protagonisti elevandoli a figure emblematiche di una realtà che spesso diventa più sorprendente della fantasia in un gioco di specchi in cui entrambe si sfidano a nascondersi e superarsi. Lasciando nell’ignaro e indifeso lettore il retrogusto amaro dello stupore.
Giampiero Risimini nasce a Latiano nel 1963 e vive a Monopoli dal 1971, dove si è trasferito dopo aver trascorso l’infanzia in Basilicata, regione di origine della sua famiglia. Svolge dal 1993 la professione di avvocato e ha fondato lo “Studio Iuris” con i suoi tradizionali colleghi. Per molti anni ha rivestito la carica di consigliere comunale, ricoprendo vari incarichi politici e partecipando attivamente a varie esperienze associative. Ha collaborato con diversi periodici locali, quali “Portanuova”, “Incontro” e “Eco del SUDEST”, e ha fondato insieme ad altri amici il mensile “Il Maestrale” nel 2014. Nel 2016 ha scritto il libro “Referendum Costituzionale”.
Il volume, attraverso una scrupolosa rassegna di studi e ricerche in materia, analizza sotto l’aspetto criminologico il profilo di un particolare cluster di madre abusante, difficilmente inquadrabile dal punto di vista diagnostico ma, non per questo, non meritevole di attenzione da parte degli addetti ai lavori, considerato il sottile confine che può separare la Sindrome di Münchausen per procura dal vero e proprio instaurarsi del comportamento criminale. Nella Sindrome di Münchausen per procura il bambino abusato arriva a perdere la capacità di percepire correttamente le sensazioni che gli provengono dal corpo, fino a non essere più in grado di distinguere se i suoi sintomi sono reali, immaginati da lui o indotti dagli altri; tutto ciò avrà come conseguenza, lo strutturarsi di un Sé fragile e poco differenziato. Le conseguenze più gravi di questo tipo di abuso emergono nel momento in cui il bambino cresce e diventa adolescente, entrando in una fase della vita che per definizione porta con sé una serie di problematiche legate al corpo. Il rischio che corre il ragazzo vittima della Sindrome di Münchausen per procura è quello di continuare a percepire il proprio corpo come malato ed evolvere verso strutture psicotiche. Di fondamentale importanza, quindi, è l’assunzione, da parte degli operatori sanitari, del compito etico e legale di smascherare le comunicazioni false o alterate del genitore sulla condizione clinica del giovane paziente. Anche il nuovo Codice di Deontologia Medica, sulla scia di quanto contenuto nel Codice del 1998 (art. 28), contiene la specifica menzione sui “Doveri del medico nei confronti dei soggetti fragili” (art. 32), in relazione non soltanto alle carenze da parte dei familiari nella cura della salute dei minori, ma anche in caso di maltrattamenti e violenze.
Pierpaolo De Pasquale è un criminologo esperto in Scienze Forensi. Tutor e ricercatore presso il Master di II livello in Scienze Forensi dell’Università “La Sapienza” di Roma, si è perfezionato in Criminologia Clinica presso l’Università Cattolica di Milano. Esperto in processi psico-educativi e relazionali in ambito minorile, è autore di pubblicazioni scientifiche ed articoli. In più occasioni ha collaborato con “InLibertà”.
2 dicembre 1981. Dopo ventidue giorni di agonia, si spegne la vita di Palmina Martinelli, quattordicenne di Fasano. Prima di morire, la ragazza ha fatto i nomi dei suoi carnefici che l’hanno cosparsa di alcool per poi darle fuoco.
Mario Gianfrate, storico, scrittore, autore di testi teatrali, già collaboratore dell’Avanti! negli anni ’80, e con la pagina culturale del Corriere del Giorno. Ha svolto attività di ricerca presso l’Istituto Pugliese di Storia dell’Antifascismo e con la Fondazione “Giuseppe Di Vagno”.